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Socini, Lèlio.

Teologo italiano. Proveniente da una ricca famiglia senese, si laureò in Legge all'università di Padova, dedicandosi nel contempo allo studio delle lingue antiche e della Bibbia. Nel 1547 intraprese un lungo viaggio nell'Europa centrale, facendo tappa nei principali centri del movimento protestante: Germania, Polonia e Svizzera, dove godeva della protezione di uno dei più fedeli seguaci di Zwingli, H. Bullinger, le cui idee erano improntate all'umanesimo di M. Ficino e Pico della Mirandola. A S. si deve l'elaborazione di una concezione religiosa critica, non solo verso il Cattolicesimo, ma anche nei confronti della religione riformata: negò la Trinità, i sacramenti, la predestinazione. Deciso propugnatore della tolleranza religiosa, S. condannò l'intolleranza dei calvinisti e collaborò alla stesura del De haereticis di Castillione, unanimemente considerato un vero e proprio manifesto della libertà di coscienza. Per questa sua posizione il teologo si pose al di fuori non solo del mondo cattolico, ma anche della stessa ortodossia protestante tanto che, mentre per ordine dell'Inquisizione gli venivano confiscati i beni, il Protestantesimo lo condannava come eretico (Siena 1525 - Zurigo 1562).